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Marco Facchetti: Intervista con l’artista

Marco Facchetti è un’artista italiano nato nel 1977 e che basa la sua ricerca artistica su di un’indagine paesaggistica che comprende qualsiasi scala dalla macro alla microscopica. In molte delle sue opere vuole evadere dalla rigidità del linguaggio cartografico, pur conservandone i lemmi, per rappresentare il paesaggio.

Quando e perché hai deciso di dedicarti al mondo dell’arte?

“Non ricordo un momento preciso in cui ho deciso di dedicarmi al mondo dell’arte. Credo che l’arte sia una forma d’espressione, come ce ne sono tante altre. Penso di essere sempre stato attratto da questa tipologia di linguaggio e di averla fatta mia dall’infanzia. Mi è sempre piaciuto disegnare, fin da piccolo. Ancora oggi cerco di prendermi del tempo per disegnare. Disegno ciò che vedo, ciò che mi circonda. Lo faccio essenzialmente per conoscere meglio le cose. Disegnare è uno dei modi migliori per conoscere ciò che si osserva. Attraverso il disegno dedichiamo tempo a ciò che ci sta di fronte e questo tempo ci rivela l’essenza delle cose.”

Erbario Alpino-Natura Duplex di Marco Facchetti
Erbario Alpino-Natura Duplex di Marco Facchetti
Erbario Alpino-Crines Crucis di Marco Facchetti

Qual è stato il processo che ti ha portato a diventare l’artista che sei?

“La mia formazione artistica ufficiale comincia a 14 anni, al momento dell’iscrizione al liceo artistico. A 19 frequentai il primo anno di pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ma senza proseguire. Decisi allora di iscrivermi ad un corso per la progettazione di giardini che, anche se timidamente, rappresentò il secondo richiamo al paesaggio e alle sue forme. Il primo si identifica con la figura di mio nonno materno il quale mi ha sempre educato alla cura e all’attenzione verso la sfera vegetale. Nel corso degli anni successivi ho avuto occasione di lavorare come giardiniere in diversi contesti. Questo non ha fatto altro che rafforzare la passione e il fascino verso le piante, i fenomeni e le magie che sono in grado di generare, e i ritmi dilatati che ne caratterizzano l’esistenza.

M.A.P.S.; Implosion of a supernova di Marco Facchetti
M.A.P.S.; Implosion of a supernova (Implosione di una supernova)
di Marco Facchetti
M.A.P.S.; The edge of flatness di Marco Facchetti
M.A.P.S.; The edge of flatness (Il limite della monotonia)
di Marco Facchetti

A 28 anni decisi di iscrivermi all’università di Genova, Architettura del Paesaggio. Dopo il master conseguito in Inghilterra in Landscape Architecture, ho lavorato per qualche anno in studi di progettazione in Francia, Marocco e Italia. Tutto questo lungo processo di apprendimento e di esperienze si condensa oggi nella ricerca artistica che porto avanti. Rimane un forte interesse per il paesaggio e per le sue molteplici forme d’espressione, così come l’utilizzo delle mappe e della cartografia come linguaggio di rappresentazione.”

Quali sono stati i tuoi artisti di riferimento?

“Per quanto mi riguarda le figure di riferimento cambiano a seconda del periodo, di ciò che sto vivendo e della direzione verso la quale mi sto dirigendo. Elenco di seguito un numero di persone che hanno rappresentato (o rappresentano) un momento di svolta o una continua fonte d’ispirazione per quanto riguarda il mio personale percorso artistico.

Clay Wall, installazione di Andy Goldsworthy
Clay Wall, installazione di Andy Goldsworthy
Taking Measures Across the American Landscape di James Corner
Taking Measures Across the American Landscape di James Corner

Andy Goldsworthy-Artista, Giuseppe Penone-Artista, Joan Fontcuberta-Artista, J. G. Ballard-Scrittore, Jack London-Scrittore, James Corner-Architetto e teorico del paesaggio, Joan Iverson Nassauer-Architetta e teorica del paesaggio
Gilles Clément-Architetto e teorico del paesaggio, Guido Lonardi-Nonno materno, Jeff Logsdon-Architetto e teorico del paesaggio, Bruce Chatwin-Scrittore, Anselm Kiefer-Artista, Gordon Matta-Clark-Artista.”

Spine d'acacia di Giuseppe Penone
Spine d’acacia di Giuseppe Penone
Jaipur di Anselm Kiefer
Jaipur di Anselm Kiefer

Perché proprio le cartine geografiche come tela?

“La carta geografica è un metodo di comunicazione altamente efficiente ed efficace. Esistono prove di rappresentazioni di un determinato territorio che risalgono a migliaia di anni prima di Cristo. Ne abbiamo un fantastico esempio proprio in Italia con la mappa di Bedolina in Valcamonica.

In questo senso la mappa può essere interpretata come strumento di comprensione del paesaggio attraverso una serie di simbologie e codici condivisi. Lo è ancora, ma nel corso dei secoli la carta geografica ha significato anche controllo e di conseguenza espressione di potere. Ancora oggi vengono generate infinite tipologie di mappe a seconda di ciò che si vuole comunicare e del target di utenza che si vuole raggiungere. Personalmente la carta geografica ha significato di viaggio, esplorazione, avventura. Fin da piccolo mi bastava abbassare gli occhi su una mappa per cominciare ad immaginare e fantasticare. Normalmente non utilizzo le cartine geografiche come tele.

M.A.P.S.; Crab Supremacy, acquarelli, inchiostro e matita su carta di Marco Facchetti
M.A.P.S.; Crab Supremacy (La supremazia del granchio)
di Marco Facchetti

Nella serie M.A.P.S. il punto di origine sono delle viste areali ricavate da ‘voli digitali’ lungo confini naturali come catene montuose o fiumi. Nell’ultimo lavoro, Between Earth and Sky, la mappa rappresenta il risultato finale. E’ solo dopo che le macchie e i segni assorbiti dalla carta assumono un significato ai miei occhi sufficientemente interessante che nasce la mappa come strumento codificato attraverso il quale elaborare una narrativa.”

Qual è il processo creativo alla base delle tue opere e com’è cambiato nel corso del tempo?

“Penso che il processo sia fondamentale nel momento in cui si considera l’opera di un artista. Per quanto riguarda la mia personale ricerca artistica, il cammino che porta alla realizzazione di un pezzo è altrettanto importante quanto la meta finale. E comincia sempre con l’ascolto. Prima di intraprendere qualsiasi azione per me è fondamentale rimanere in ascolto. Per poter raccontare bene una storia è necessario comprenderla nei suoi dettagli e nelle sue più svariate sfumature. Lavorando con il paesaggio mi sembra essenziale conoscerne la storia, la struttura, le sue componenti e la magia che quel particolare paesaggio custodisce in sé. La parte ultima della mia ricerca consiste nella creazione di una mappa che descriva alcuni di questi caratteri o che da essi prenda spunto per svolgere una narrativa emotiva o di fantasia.”

M.A.P.S; Peacock Beauty Contest di Marco Facchetti
M.A.P.S; Peacock Beauty Contest (Concorso di bellezza per pavoni)
di Marco Facchetti
M.A.P.S; Kind of Roots di Marco Facchetti
M.A.P.S; About Roots (A proposito di radici)
di Marco Fcchetti

Che tecnica/e utilizzi per realizzare le tue opere?

“Mi piace considerare diverse tecniche nello sviluppo dei miei lavori. Non sono particolarmente affezionato ad un particolare medium. Di solito arriva un’intuizione dalla quale scaturisce un’idea. Nel corso del suo sviluppo l’idea prende forma e parallelamente viene definita una tecnica attraverso la quale sia ipotizzabile comunicare l’idea nel modo più chiaro possibile.

Between earth and sky; salty and sweet water di Marco Facchetti
Between earth and sky; Salty and sweet water
(Acqua salata e dolce) di Marco Facchetti

Tenendo in considerazione l’aspetto estetico della composizione, cerco di creare una mappa che possa svelare gli aspetti più intrinseci e radicati all’interno di un determinato paesaggio. Nello sviluppo degli ultimi progetti mi sono confrontato con tecniche quali l’acquarello, la pittura ad olio, la serigrafia, il collage e la fotoincisione. Ognuna di queste tecniche ha subito contaminazioni e si è sovrapposta all’utilizzo di ulteriori pratiche quali l’intervento con caratteri mobili e l’impiego della grafite.”

Cosa vuoi comunicare con le tue opere e come le definiresti?

“L’obiettivo principale delle mie opere è offrire un punto di vista insolito sul paesaggio. Ogni tipo di paesaggio. Da quello idilliaco e romantico da cartolina fino ad arrivare a quello che attraversiamo e viviamo quotidianamente, che ha volte può essere percepito come banale e insignificante. Il tramite per raggiungere tale obiettivo è la lentezza. Abbassare i ritmi significa concedere ai propri sensi più tempo per fare esperienza delle cose che ci circondano e ciò porta naturalmente ad una diversa comprensione del mondo che viviamo. Penso che la conoscenza e la comprensione portino naturalmente alla cura. Avere familiarità con un luogo o con un essere vivente, che sia esso uomo, donna, animale o vegetale, ci pone in uno stato di premura e protezione nei confronti di tale entità.

Between earth and sky; three.thoughts.on.a.steamy.saturday.morning
di Marco Facchetti
Between earth and sky;
Three thoughts on a steamy saturday morning
(Tre pensieri a proposito di un umido sabato mattina)
di Marco Facchetti
Between earth and sky, Eleven o'clock meeting at the beach
Between earth and sky;
Eleven o’clock meeting at the beach
(Incontro delle undici alla spiaggia)
di Marco Facchetti


Un altro concetto al quale sono da tempo affezionato è quello del limite o confine, inteso come luogo di separazione, distinzione, e allo stesso tempo territorio d’incontro e scambio. Confine permeabile e confine impermeabile. Il Confine mobile e altamente dinamico in quanto è proprio lungo i bordi che elementi di varia natura danno vita a continue relazioni e interazioni. Confine fisico e tangibile. Confine astratto. Nella serie M.A.P.S. il limite da esplorare è stato considerato come elemento verticale posto sopra un piano orizzontale, come una catena montuosa per esempio. Con Between Earth and Sky l’asse del confine è stata ruotata di novanta gradi andando a considerare la superficie terrestre come limite (incontro) tra terra e cielo.

A cosa stai lavorando attualmente e quali sono i tuoi progetti futuri?

“A settembre dello scorso anno, con la pubblicazione di Between Earth and Sky, ho concluso un percorso durato circa quattro anni. Da allora mi sto occupando di promuovere il libro attraverso presentazioni ed esposizioni. Capita spesso che finito un percorso di ricerca mi prenda del tempo per definire quello che sarà il prossimo. Questo tempo mi serve anche per staccare un progetto dall’altro, lasciarne andare uno per poter abbracciare completamente il successivo. In questi momenti ‘sospesi‘ finisco per realizzare dei micro-progetti che mi permettono di facilitare questo passaggio. Negli ultimi mesi sto realizzando una serie di erbari che contengono piante fantastiche ottenute attraverso il collage di ritagli di carte geografiche. L’idea è quella di rendere una percezione distorta eppure plausibile della realtà, allo scopo di instillare, anche solo per un attimo, il dubbio sulla veridicità della rappresentazione.

Erbario Urbano, Paragratio hirtus di Marco Facchetti
Erbario Urbano, Paragratio hirtus di Marco Facchetti
Erbario Urbano, Oppidulum crassus di Marco Facchetti
Erbario Urbano, Oppidulum crassus di Marco Facchetti

Il prossimo progetto è in fase di elaborazione. Mi trovo in quello stadio particolare per cui pensieri e idee svolazzano ancora in aria e sono per questo difficili da afferrare dando loro una continuità e un senso logico compiuto.”

You can read the English version here

Puoi leggere la versione inglese qui

Fonti:

Copyright Intervista a Marco Facchetti

Sito dell’artista

Instagram dell’artista

Per acquistare M.A.P.S e Between earth and sky

Immagine in evidenza: M.AP.S.; Chocolate bay di Marco Facchetti

Un ringraziamento speciale all’artista per aver collaborato al progetto.